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Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni sulle unioni civili del consigliere regionale Tallini, e del presidente del Consiglio Comunale Ivan Cardamone, che non fanno onore alle cariche istituzionali che ricoprono.
Noi del Meetup Il Territorio, siamo dell'idea che le leggi vadano sempre rispettate, anche nel Comune di Catanzaro, che a meno di notizie dell'ultima ora, ci risulta faccia ancora parte della Repubblica Italiana, e che dunque deve rispondere alle leggi che il Parlamento italiano approva.
Tallini e Cardamone non si rendono conto che le loro affermazioni offendono migliaia di italiani, che da qualche giorno hanno potuto usufruire di un diritto che prima non esisteva. È pur vero che la legge sulle unioni civili è frutto del compromesso tra Renzi e Alfano e appare depotenziata rispetto agli obiettivi iniziali, ma ciò non significa che debba essere ignorata. La nostra sensazione è che Tallini e Cardamone abbiano alimentato una polemica sulle unioni civili solo per distogliere l'attenzione dei catanzaresi dai veri problemi della città.
Le leggi vanno applicate e non possono esserci deroghe. Cardamone e Tallini chiedano scusa, con le loro dichiarazioni hanno infangato la credibilità (già bassa) dell'istituzione Comune.
Sono ormai trascorsi più di due mesi da quando noi attivisti del Meetup il Territorio abbiamo protocollato una petizione sul baratto amministrativo, norma contenuta nel tristemente famoso Decreto sblocca Italia. Nonostante siano trascorsi più dei 30 giorni previsti dallo statuto del Comune di Catanzaro, nessuna risposta ci è pervenuta. Abbiamo anche richiesto formalmente un incontro sul tema al Presidente del Consiglio Comunale Ivan Cardamone che ci ha rimandati a dopo il 16 maggio. Evidentemente era troppo impegnato a farsi i selfie durante la tappa del giro d’Italia. Non ci risulta che gli impegni istituzionali siano così gravosi, visto che il Consiglio Comunale stenta ad incontrarsi più di una volta ogni 2/3 settimane.
I politici catanzaresi hanno fatto del baratto amministrativo uno stendardo da sventolare a convenienza sulla stampa tutti d’accordo, mentre quando si tratta di discutere tutti si defilano cadendo in un irrispettoso silenzio.
Il Consiglio Comunale si prenda la responsabilità di bocciare la proposta del baratto amministrativo. Lo faccia pubblicamente rispettando le regole del gioco e quindi discutendo la petizione del nostro Meetup. Spieghino ai cittadini che non possono pagare i tributi (con le tariffe tra le più alte dello stivale) che non solo il Comune di Catanzaro non è in grado di esigere quanto gli spetta (i crediti da tributi non riscossi superano i 6 milioni di euro, stando all’ultimo bilancio), ma che non è in condizioni di regolamentare una norma a cui diversi Comuni italiani hanno già aderito.
Cardamone ha la responsabilità politica del mancato rispetto dello statuto ed il Sindaco Abramo appare ai nostri occhi come il complice della sua inefficienza. Evidentemente avranno altri impegni più gravosi, staranno pianificando la nuova stagione estiva, o forse visitando gli impianti di depurazione che da decenni lasciano ricordi indelebili a catanzaresi e turisti, ammaliati dai "profumi di Catanzaro Lido". Presidente Ivan Cardamone, legga la nostra proposta ed inviti il Consiglio Comunale a fornire una risposta ufficiale. Lo faccia per i catanzaresi che l'hanno sottoscritta, i quali meritano rispetto e soprattutto attenzione.
Bisogna porre in atto interventi immediati per salvaguardare dai danni irreparabili le porte di S. Agostino e di Stratò, vecchi accessi alla Città di Catanzaro, nonché la torre Cavallara, che sovrasta il quartiere marinaro.
Devo ringraziare l’associazione ‘Catanzaro è la mia Città’ che attraverso questa petizione popolare (☞http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=PorteCZ) ha rilanciato la proposta di salvaguardare questi importanti beni storici della mia città.
Catanzaro aveva un impianto difensivo complesso, come tutte le città medioevali, di questi manufatti, tuttavia, molti sono andati distrutti per via dei terremoti, alcuni sono stati abbattuti dagli uomini, altri sono stati inglobati in palazzi e altri ancora sono stati lasciati all’incuria. Dunque è necessario salvaguardare l’esistenza delle antiche porte della città per tutelare la conservazione della memoria nel Capoluogo di Regione della Calabria. Insieme agli attivisti del Meetup Il Territorio 5 Stelle Catanzaro, ho voluto fortemente approfondire la vicenda legata alla storia di questi beni storici per la città, che devono essere fruibili da turisti e cittadini per poter rappresentare un nuovo futuro della città, che deve rilanciarsi anche attraverso una migliore conoscenza del proprio passato. Per questo motivo ho depositato un'interrogazione parlamentare al Ministro dei beni culturali Franceschini al fine di promuovere investimenti per la ricostruzione dell'identità e della memoria storica della città di Catanzaro, la sua riqualificazione nonché la valorizzazione del suo patrimonio edilizio, architettonico, artistico e storico con particolare riferimento alle porte storiche della città anche attraverso la creazione di percorsi naturalistici che possano renderli più facilmente fruibili. Il Sindaco Abramo ed il Consiglio Comunale ora facciano quanto nelle loro possibilità per regalare alla nostra città la memoria storica che oggi le manca.
Se conosciamo meglio la nostra storia potremmo affrontare con successo il futuro!
“Giù le mani dal nostro mare” è il titolo dell’evento organizzato dal Meetup Il Territorio Cinque Stelle Catanzaro per venerdì 8 aprile alle ore 17 sul lungomare del quartiere Lido di Catanzaro. L’evento servirà per sensibilizzare i cittadini in vista dell’importante referendum abrogativo del 17 aprile. Voteremo Si per evitare che vengano rinnovate le concessioni alle piattaforme petrolifere entro le 12 miglia marine e cercheremo di convincere i catanzaresi a fare altrettanto. I recenti avvenimenti politici confermano quanto il governo Renzi sia schiavo delle lobby del petrolio e quindi pronto a sacrificare il mare italiano per assecondare gli interessi di chi specula con le fonti di energia fossile. Siamo convinti che il nostro Paese debba iniziare seriamente un percorso che porti all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e che fermare le trivelle a largo dei nostri mari sia l’occasione giusta per dare un segnale politico forte che possa indurre il governo a concentrare i propri sforzi verso tale strategia. Le piattaforme a largo dei nostri mari sono capaci di coprire il nostro fabbisogno di idrocarburi fossili per cifre inferiori all’1%, dunque è inutile correre immani rischi ambientali per questo scopo. Ospite dell’evento, sarà il deputato M5s Paolo Parentela che, insieme agli attivisti, darà vita ad un dibattito pubblico a cui anche i cittadini sono invitati per porre domande e vedersi chiariti i dubbi in merito al prossimo referendum. Le ragioni del Si sono molteplici e devono essere chiare ai cittadini, in modo che al governo non riesca il becero tentativo di boicottare la democrazia attraverso l’invito ad astenersi dal voto.
Qualcuno ci spieghi perché a distanza di due settimane dalla sentenza definitiva di condanna per bancarotta fraudolenta, il Direttore Generale di Amc Luigi Siciliani non sia ancora stato rimosso dal suo ruolo, nel silenzio assordante della politica cittadina. Secondo il nostro modo di pensare, Siciliani non sarebbe mai dovuto essere riconfermato lo scorso 28 maggio, quando sulla sua testa pendeva già la condanna della Corte d’Appello di Catanzaro. La nomina di Siciliani, costa alla collettività quasi 80 mila euro l’anno e non ci spieghiamo le ragioni che hanno spinto Amc a rinnovargli l’incarico, né il silenzio assordante dei consiglieri di maggioranza ed opposizione, nonché del Sindaco Sergio Abramo. Siciliani è stato condannato a 4 anni di reclusione ed è interdetto dai pubblici uffici, non deve occupare quella poltrona per un minuto di più.
A Catanzaro evidentemente le condanne sono medaglie da portare con orgoglio sul petto, altrimenti non si spiega la nomina a Direttore Generale di Amc per una persona condannata per bancarotta fraudolenta. Non solo un pregiudicato, dunque, ma una persona che sguazza tra conti in disordine.
L’Amc corra presto ai ripari e butti giù dalla poltrona il pregiudicato Siciliani.
Si è svolta stamattina presso la Sala dei concerti del Comune di Catanzaro la conferenza stampa del Meetup Il Territorio Cinque Stelle, che ha visto presentare da parte degli attivisti la petizione con oltre 300 firme relativa all’attuazione del “baratto amministrativo” nel Comune di Catanzaro.
Alla presenza dei giornalisti e dei Consiglieri Comunali Roberto Guerriero e Vincenzo Capellupo, gli attivisti del Meetup hanno riassunto il percorso iniziato il 7 settembre 2015 con la presentazione della mozione e conclusosi oggi con la presentazione delle firme dei cittadini di Catanzaro.
La conferenza stampa è stata un’occasione per ricordare quanto la misura del baratto amministrativo possa servire ai cittadini che hanno difficoltà nel pagare i tributi dovuti al proprio comune. La misura prevista dalla Legge n. 164/2014, dà facoltà ai Comuni di poter concedere ai propri cittadini lo sgravio o l’annullamento dei tributi in cambio in cambio di un impegno concreto per “migliorare” il territorio, come la pulizia del parco comunale o la piccola manutenzione della scuola elementare. Il baratto amministrativo è già realtà in oltre 100 comuni italiani, diversi dei quali sono calabresi, tra cui spicca la città di Milano.
Gli attivisti del Meetup Il Territorio Cinque Stelle Catanzaro, hanno anche ricordato il silenzio del Sindaco Sergio Abramo sulla mozione presentata il 7 settembre 2015 a cui, da regolamento comunale, avrebbe dovuto rispondere entro 60 giorni.
La proposta del baratto amministrativo, potrebbe aiutare l’amministrazione comunale anche a conferire maggior decoro a troppe aree della città lasciate in stato di abbandono e anche, in minima parte, ridurre i tributi accertati e non incassati. Certamente il baratto amministrativo non è la panacea di tutti i mali, ma resta una misura di buon senso che può aiutare tanti cittadini in un momento difficile per l’economia del nostro Paese.
Intervenuto anche il consigliere comunale Roberto Guerriero che, a nome della coalizione di centro sinistra, ha garantito il massimo impegno nelle aule consiliari per l’approvazione della misura del baratto amministrativo. Gli attivisti e Guerriero sono risultati concordi anche sulla necessità di dar vita ad un regolamento che non lasci spazio ai cittadini che vorranno approfittare del baratto amministrativo pur non avendone bisogno.
Il Meetup Il Territorio Cinque Stelle Catanzaro ritiene che il baratto amministrativo vada approvato dal Consiglio Comunale con una maggioranza il più possibile bipartisan, perché si tratta di una semplice proposta di buon senso che può essere abbracciata da tutti gli schieramenti politici.
Da registrare l’assenza del Sindaco Abramo, che pure si trovava a pochi passi dalla sala in cui era in atto la conferenza stampa per accogliere alcune atlete catanzaresi. Pur ufficialmente invitato, Abramo ha preferito disertare la conferenza stampa e non dare risposte ai numerosi cittadini catanzaresi che hanno bisogno di avvalersi del baratto amministrativo per far fronte al pesante carico fiscale in questo periodo di crisi economica.
L’art. 30 del D.Lgs n.33/2013 (il così detto “decreto trasparenza”) recita: ”Le pubbliche amministrazioni pubblicano le informazioni identificative degli immobili posseduti, nonché i canoni di locazione o di affitto versati o percepiti”. Un articolo di legge disarmante per la sua chiarezza. Avendolo letto, noi del Meetup Il Territorio Cinque Stelle Catanzaro, abbiamo deciso di verificarne l'applicazione nella specifica sezione dedicata alla trasparenza del sito del Comune. Nella sezione affitti, il nostro Comune non ritiene doveroso rispettare a pieno le regole imposte dal Decreto Trasparenza. La pagina, infatti, vede l’ultimo aggiornamento risalente al 29 gennaio 2014, che riporta i dati relativi ai canoni di locazione del 2013. Di fatto la nostra amministrazione è in ritardo di 2 anni sulla pubblicazione relativa ai “canoni di locazione o di affitto versati o percepiti”. Non solo, aprendo il file che il Comune mette a disposizione dei propri cittadini, c’è da rabbrividire. Ignorando le semplici regole della trasparenza, la nostra Amministrazione si limita ad informare i propri cittadini riguardo al fatto che nel 2013 ha incassato poco più 844mila euro, pagandone più di 3 milioni e cento mila euro senza chiarire alcunché. Non abbiamo il piacere di poter leggere una lista dei fabbricati per cui la cittadinanza paga (con le tasse) un canone di affitto, né sappiamo da chi provengono gli oltre 800mila euro di canoni di locazione riscossi. La trasparenza è una cosa seria, ed i cittadini hanno il diritto di conoscere fin nel dettaglio le vicende riguardanti la propria amministrazione. Lo impone la legge, ma anche il buon senso. Soprattutto alla luce dello scandalo “affittopoli” che ha colpito la Città di Roma. Sarebbe il caso che l’amministrazione comunale si affrettasse a pubblicare una lista completa degli immobili concessi in locazione, con il relativo canone incassato. Lo stesso avvenga per i fitti passivi, per cui i cittadini hanno il diritto di conoscere i canoni pagati. L’Art. 1 del “decreto trasparenza” recita:” La trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche”. Abramo, la sua giunta, i tecnici del Comune e i consiglieri di maggioranza ed opposizione non devono far altro che adoperarsi per rispettare la legge. Questa città ha un disperato bisogno di legalità, ad iniziare dalla propria amministrazione che è obbligata a dare il buon esempio.